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Mapping Collectivity/Collective Mapping

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a cura del gruppo Ecowalking, kollektiv organgotango ed Enzo

 

Sabato 14 dicembre Piazza Cavour/Scampia

“7 km circa + qualche deviazione” così avevamo scritto nell’indicazione dell’evento per dare la possibilità alle persone di capire la logica delle camminate.

In quel “qualche deviazione” c’è forse il senso di tutto quello che abbiamo raccolto camminando in questi mesi. Per la prima volta il percorso l’abbiamo deciso affidandoci a Paul Schweizer del kollektiv orangotango i giorni precedenti sono stati un pieno di incontri e preparazione e anche la camminata non si chiuderà oggi ma prosegue con un workshop il giorno dopo.  La sera prima della camminata infatti c’è stata la mostra allo Scugnizzo Liberato del progetto This is not an Atlas.

Il  kollektiv orangotango ha realizzato collettivamente mappe resistenti provenienti da tutto il mondo. I materiali sono scaricabili anche gratuitamente sul sito: notanatlas.org.

La cartografia resistente di questo collettivo è riuscita a mappare fenomeni che vanno dalle battaglie indigene per le  terre in Amazzonia, alle lotte per gli alloggi a San Francisco,  dalla difesa dei beni comuni in Messico, al baloon-mapping dei campi profughi in Libano; dal lavoro politico di base nelle Filippine, alla visualizzazione della violenza sessuale al Cairo e tracce coloniali a Monaco.

Questo evento ha rappresentato anche uno scambio di pratiche da una parte la pratica del cammino dall’altra quella delle contromappature e del mappare collettivamente, cercando di mettere in moto un focus sul potenziale che le mappature e critiche e collettive potrebbero rivelare nel territorio campano.

Essere immersi in questo flusso arricchisce l’esperienza. Siamo moltissimi a camminare, il gruppo durante i mesi è cresciuto oggi con noi c’è anche un piccolo gruppo del cammino in Sardegna con il Laboratorio del Cammino ovvero Karl, Matteo e Fluvia, insieme ad un gruppo che si è venuto a creare in cammino di persone, ricercatori, attivisti che hanno partecipato a tutte le camminate come Beatrice, Daniele.

Fiducia forse è la parola che può circoscrivere uno degli elementi di questa camminata, affidarsi all’altro che guida, affidarsi alla scoperta, affidarsi al non noto aprire le proprie cartografie facendo entrare quello che la vita porta.

Il processo di collettivizzazione della camminata inizia già da subito nel momento in cui come gruppo curatoriale ci apriamo al dialogo e accogliamo l’invito di Paul a camminare verso Scampia, abbiamo camminato e fatto sopralluoghi e da mesi ci siamo sintonizzate con un andare sensibile nella città e ora è arrivato il momento di affidarsi a quello che il cammino porta.

In una deviazione scopriamo  Villa Paternò (già Villa Faggella), che contiene tesori botanici che abbiamo potuto conoscere grazie al libro di cui ci ha fatto dono il portiere della casa, Villa Faggella.  Il giardino storico e le collezioni botaniche di Armando Mazzei, prefazione di Massimo Ricciardi, Franco di Mauro Editore.

La camminata si è conclusa presso l’associazione Chikù con un pranzo-presentazione dell’associazione, del lavoro che svolge sul territorio, una storia fatta di lotte continue e di tanta fiducia nella possibilità che la bellezza di Scampia venga un giorno valorizzata.

Domenica pomeriggio ci siamo ritrovati con parte del gruppo nella sala Refettorio de “L’Asilo”, la sala è attrezzata con un pavimento per la danza grazie a questo spazio il laboratorio è diventato un nuovo cammino, il corpo ha preso parte alla realizzazione di una mappa fatta di tessuti e materiali vari.

Alla fine abbiamo distrutto la mappa, la mappa è l’esercizio collettivo che abbiamo compiuto, la mappa è il cammino esperito insieme, la mappa è nei semi che abbiamo seminato per continuare a camminare insieme e poter narrare la città in modo diverso.

Resta la gratitudine infinita nei confronti di tutti i camminatori, verso Paul, Enzo, Chikù e tutti quelli che ci hanno accolto.

View Comment (1)
  • Quella camminata e il workshop successivo restano tra le esperienze più divertenti, commoventi e assurde trascorse a Napoli (ed è tutto dire). Ricordo ancora lo shock di scoprire quanto Scampia fosse vicina al centro e quanto fosse bella…da allora ci sono tornata parecchie volte!
    Ancora una volta: Grazie 🙂

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