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Per Mimmo Lucano

Per Mimmo Lucano

La rete di Ecologie Politiche del Presente esprime la sua indignazione e preoccupazione per la sentenza comminata recentemente a Mimmo Lucano Lo sdegno e l’allarme per questa decisione sono all’origine di questa lettera che speriamo amplifichi la base che sta offrendo solidarietà all’ex sindaco di Riace.
Riteniamo che una sentenza così punitiva racconti bene quel nesso che esiste tra modelli di sviluppo, crisi sociale, politica, economica ed ecologica, ed i processi di razzializzazione e etnicizzazione che colpiscono i migranti costretti ad arrivare in condizioni disumane e troppo spesso a morire sulle coste del Sud Italia, e che attaccano quei meridionali che come Mimmo provano a prefigurare modi diversi di stare al mondo
La dimensione politica che questa sentenza, specialmente se paragonata a quelle ben più lievi comminate a  politici ed imprenditori collusi con la mafia, fa eco ad un Sud che deve conformarsi al suo ruolo storico ai margini del progresso (in tutte le sue declinazioni). Chi abita il sud deve in un modo o in un altro aderire al dettato di una antropologia criminale che lo condanna a non potersi proporre come modello inventivo di un’altra accoglienza, di un altro modo di vivere e di produrre che non sia in linea con le elaborazioni definite nei centri di comando economici e politici
Siamo solidali con Mimmo Lucano perché dissentiamo profondamente da un’idea di cittadinanza fondata sul sangue, e un desiderio di esclusione e marginalizzazione del sud e dei sud.
Con lui ci siamo oppost* e ci opporremo alla volontà di mantenere il Mediterraneo come una frontiera. Con lui ci impegniamo ed impegneremo a creare un Mediterraneo che  sia luogo di incontro e ibridazione di culture.  
Gli attori che traggono vantaggi dal modello socio-economico dominante in connubio con le organizzazioni criminali di tipo mafioso delegittimano e mortificano i percorsi comuni e alternativi dell’accoglienza che Mimmo ha contribuito in maniera decisiva a realizzare. Punendolo con una sentenza fortemente vendicativa. 
Siamo indignat* e preoccupat*, perché siamo sicur* che quegli imprenditori, politici e mafiosi che si arricchiscono grazie alle riserve di manodopera a basso costo di immigrati, rifugiati e meridionali, applaudono e ghignano alla sentenza che condanna Domenico Lucano. 
Come Mimmo, forzeremo le regole qualora quest’ultime non hanno altro senso se non quello di impedire l’affermazione di altre possibilità di accoglienza, di altre idee di Europa, del sud Italia e del Mediterraneo.
Come Mimmo crediamo sia necessario lottare contro le geografie ineguali del capitalismo italiano ed Europeo; contro la produzione di lavoratrici e lavoratori precari, ipermobili, e senza diritti, contro il razzismo ma soprattuto in favore di chi troppo spesso a causa di tali ingiustizie rischia di lasciarci la pelle.
Come Mimmo continueremo a lavorare per costruire spazi e luoghi d’accoglienza. Come Mimmo, crediamo che i confini, le barriere e i muri non siano solo dispositivi di morte e discriminazione ma anche limiti – per chi vi si rinchiude dentro – alla possibilità di conseguire una piena umanità basata su una solidarietà universale.
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